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A volte ritornano…

Starcraft

Era il lontanissimo 1998 quando il sottoscritto, allora dodicenne, inseriva per la prima volta il supporto ottico contenente un gioco appena uscito: Starcraft della Blizzard. Quel gioco aveva tutte le carte in regola per diventare un classico: azione, strategia, trama e perfino umorismo dispensato qua e là quanto basta.

A distanza di 12 anni da quell’evento, ancora oggi il primo Starcraft – a braccetto con l’espansione Brood War – è un caposaldo della strategia in tempo reale, metro di paragone per qualsiasi titolo sci-fi strategico venuto dopo.

I suoi punti di forza?

Innanzitutto il supporto di Blizzard, una delle prime – e oggi il leader – del settore dell’intrattenimento online, tramite la piattaforma Battle.net in cui giocatori di tutto il mondo hanno potuto e possono tutt’ora incontrarsi e scontrarsi a suon di rifornimenti, cariche e ritirate, comandando le proprie truppe di terra ed aria.

Secondo, ma non meno importante, il background: grazie ad un amore maniacale per i dettagli, i programmatori hanno dato vita da un vero e proprio universo popolato da tre razze: Terrestri, Zerg e Protoss. Per ognuna di essere, in continua lotta per accaparrarsi risorse ed espandersi nell’universo, sono state create decine di unità, strutture e mezzi che caratterizzano la società e la cultura della fazione di appartenenza.

A questi elementi di contorno – ma comunque fondamentali per dare spessore al titolo – si affianca una trama epica densa di complotti, doppi giochi e Personaggi (la maiuscola è d’obbligo).

Dopo una dozzina di anni ed aver sfornato altri grandi titoli come World of Warcraft e Warcraft III alla Blizzard hanno pensato che i tempi erano maturi per dare alla luce un nuovo capitolo della saga di Starcraft: Wings of Liberty.

Terrestri, Zerg e Protoss 1.0

Per chi non ha avuto tempo o modo di giocare ai primi due capitoli della serie posso dirvi, riassumendo molto, che l’universo di Starcraft è ambientato in un distopico XXVI secolo dilaniato dalla contrapposizione tra le tre fazioni sopra citate: i soliti vecchi Terrestri intenti ad espandersi nell’universo, gli Zerg, una razza insettoide mutante comandata dall’Unica Mente ed i Protoss, razza avanzatissima di mistici umanoidi.

Il primo capitolo della saga permetteva al giocatore di vivere le campagne strategiche – in successione Terresti, Zerg e Protoss — delle tre razze, dipanando la trama che vedeva coinvolti lo sceriffo James – Jim – Raynor e  il tenente Sarah Kerrigan impegnati nel contrastare l’avanzata Zerg  sulle colonie terresti. Parallelamente, approfittando dell’anarchia generale, un gruppo di ribelli guidato da Arcturus Mengsk attua un golpe ai danni della Confederazione Terrestre, assumendo il comando contro la minaccia aliena.

Nelle campagne seguenti la trama prosegue con la trasformazione di Kerrigan in Zerg da parte dell’Unica Mente come arma contro i Protoss, culminando nell’annichilazione del loro pianeta natale: Aiur. L’ultimo atto vede impegnato Tassadar – Templare Oscuro Protoss – alleato coi Terresti per sconfiggere definitivamente l’avanzata Zerg annientando l’Unica Mente. Nella battaglia finale l’eroe Protoss si sacrifica, uccidendo l’Unica Mente e scongiurando la minaccia degli Zerg, che si disperdono senza più un capo a guidarli.

Con l’espansione Brood War torna in campo Kerrigan, alias Regina delle Lame, al comando di in contingente Protoss-Zerg per evitare la rinascita dell’Unica Mente. I Terresti di Mengsk, prima impegnati in una lotta intestina per il potere, si alleeranno con Protoss e Zerg per sconfiggere la minaccia del Direttorato della Terra Unita, impegnata nel tentativo di conquistare il settore controllando la rinata Unica Mente e tramite essa gli Zerg.

Ancora una volta la sconfitta del comune nemico esige il sacrificio dei principali comandanti delle tre fazioni, l’alleanza si soglie e ancora una volta le forze delle tre razze si disperdono.


Starcraft II

Primo dei tre capitoli della nuova trilogia, Starcraft II: Wings of Liberty riprende la storia proprio dove l’aveva lasciata Brood War, focalizzandosi sulla campagna terrestre.

Tutta la vicenda viene vista attraverso gli occhi di uno dei protagonisti del primo capitolo: l’ex-sceriffo Jim Raynor. Tormentato per aver ingenuamente preso parte alla scalata al potere di Mengsk e per aver lasciato morire l’amata Kerrigan, lenisce il proprio dolore con l’alcool in angusti bar di Mar Sara, finché una vecchia conoscenza fa capolino: Tychus Findlay, galeotto in libertà “vigilata” e compagno di scorribande durante gli anni “ruggenti” di Raynor.

L’arrivo di Tychus è la molla che scatenerà un susseguirsi di eventi che porteranno Raynor ed il gruppo ribelle da lui comandato – I Randagi di Raynor – a impegnarsi su quattro fronti: contrastare il Dominio di Mengsk, salvare le colonie terresti da un’infezione Zerg, cercare artefatti Protoss e tecnologie per finanziare il proprio esercito e – filo conduttore dell’intera trilogia —  scongiurare la minaccia costituita da una nuova razza ibrida tra Protoss e Zerg.

Oltre alla trama c’è, come da tradizione Blizzard, un RTS che raccoglie tutto il meglio dei primi capitoli e che, mescolando saggiamente la tattica all’azione “sul campo”, alterna la concitazione delle battaglie a momenti di “riposo” durante i quali il protagonista può interagire con oggetti e personaggi, il tutto per elevare all’ennesima potenza l’immersione nell’universo starcraftiano.

Raggiungendo i quattro luoghi del quartier generale (Bar, Laboratorio di Ricerca, Armeria e Ponte di Comando), si possono investire i crediti guadagnati durante le missioni in mercenari, upgrade e nuove tecnologie per migliorare le prestazioni di unità e mezzi sul campo.

A questo si aggiunge la possibilità di “scegliere” in più di un’occasione tra gli esiti delle missioni, parteggiando per la fazione che meglio si adatta alle nostre finanze o alla nostra morale.

A muovere tutto questo florilegio di trame, sotto-trame, tattica ed azione ci pensa un ottimo motore grafico, estremamente scalabile ma comunque in grado di animare magistralmente sia le unità in gioco, sia le interazioni tra i personaggi durante le sezioni “narrative”.

Che è un prodotto Blizzard lo si nota anche dalle musiche, sempre azzeccate: che sia una musica da bar o un crescendo d’opera durante un epico scontro, il soundtrack si adatta egregiamente ad ogni situazione. Eccellente il doppiaggio delle unità: come per i primi capitoli anche questo richiede all’appassionato almeno un’ora per sentire – le ultime sono sempre le più spassose — pronunciate dalle proprie truppe – i fan ricorderanno il “non sapranno mai cosa li avrà colpiti” del fantasma –.

Dopo oltre millecento parole spese sul nuovo capitolo di Starcraft – ma ne meriterebbe tante di più – penso abbiate capito quanto sia piaciuto al sottoscritto e quanto fascino sprigioni un titolo del genere. Degno successore del precedente, la trilogia di Starcraft II – che nei prossimi due anni dovrebbe vedere l’uscita del secondo e terzo capitolo –, uscito a fine luglio sembra già aver conquistato il proprio posto nell’altare dei videogames.

En Taro Tassadar, marine!

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