La mafia colpisce anche il calcio femminile.
Succede a Locri, dove la squadra di calcio a 5 femminile è costretta a chiudere e ritirarsi dal campionato di Serie A nel quale milita, a causa di minacce e intimidazioni.
La decisione è stata presa dal presidente del sodalizio, Ferdinando Armeni, dopo la sequela di avvertimenti in stile mafioso, con frasi minacciose e inviti espliciti a farsi da parte, contenuti in alcuni biglietti anonimi fatti recapitare allo stesso Armeni e ad altri dirigenti dello Sporting Locri.
Solidarietà e invito a ripensarci, sono stati espressi dal mondo dello sport e non, ma Armeni non appare intenzionato a tornare sui suoi passi. «Non torno indietro – spiega all’Ansa – Se qualcuno è disposto a rilevare la società la cedo gratis. Lo Sporting Locri – ha aggiunto – ha anche un valore patrimoniale ma sono disposto a cederla a costo zero. Sarei contento se qualcuno la volesse».
Lo Sporting Locri era ritenuta, svisto l’attuale quinto posto in classifica, la squadra rivelazione della massima serie di calcio femminile a 5, l’unica in Calabria a calcare la scena nazionale di categoria.
Armeni non è riuscito a spiegarsi da chi possano venire le minacce: “Non riusciamo a capire, tuttavia, quali interessi ci possano essere da parte di chi vuole ostacolare un’attività sportiva come questa“.
Anche Tavecchio ha espresso la propria vicinanza alla squadra, promettendo di portare a Locri le azzurre del calcio a cinque.
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