Nessuna visita al Grand Canyon e a Yellowstone. Chiusi lo Smithsonian e il National Zoo di Washington, ma anche la Statua della libertà. Tutta colpa dello Shutdown e per una volta nella black list dei paesi da evitare ci finiscono gli Stati Uniti.
Il perchè è presto detto. L’anno finanziario Usa è scaduto e, secondo la legge statunitense, è necessario che venga approvato un nuovo piano di spesa dalla camera dei Rappresentanti, il Senato e il Presidente. Il che implica un accordo tra repubblicani e democratici.
Per il momento, di accordo non c’è alcuna traccia e il mancato raggiungimento di un nuovo piano di spesa ha costretto il Governo federale a “congelare” i suoi servizi, non essenziali, erogati ai cittadini americani. Gli impiegati federali sono stati costretti a prendersi un periodo di ferie non retribuito, ai turisti non rimane che guardare le meraviglie americane da dietro le transenne.
Lo Shutdown non fa sentire i suoi effetti solo su parchi e musei. L’Intera attività dell’amministrazione americana è paralizzata. Alla Casa Bianca opera un personale ridotto e le visite turistiche sono sospese, mentre il sito della residenza presidenziale non verrà aggiornato ”a causa del fallimento del Congresso”. Fermi anche i siti di quasi tutti i dipartimenti e le agenzie federali. Anche alla Nasa il 97% degli impiegati è rimasto senza stipendio.
Obama ha annullato il suo viaggio in Malesia e nelle Filippine (le prime due tappe di un tour tutto asiatico) e ha definito come “drammatico” l’eventuale default del suo paese. “Siamo il centro dell’economia mondiale e un nostro default colpirebbe l’intera economia mondiale. Tutto il mondo ne soffrirebbe” ha ribadito il presidente. Tocca ora a democratici e repubblicani raggiungere l’accordo. Il nodo rimane l’applicazione dell’Obamacare, la riforma sanitaria voluta da Obama.
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