Vendicatori Uniti!
L’unione fa la forza e se i membri dell’unione sono dei super-eroi fa una super-forza!
Questo lo avevano capito bene sia gli autori della DC — che nel ’60 crearono la Justice League of America — che i cari Lee e Kirby della Marvel, che nel ’63 diedero vita al proprio “fritto misto” di super-eroi, chiamati, per l’occasione The Avengers — i Vendicatori.
Dal ’64 di acqua ne è passata tanta sotto i ponti e la formazione ha vissuto un costante cambiamento, assecondando i tempi e le mode, fino all’ultima incarnazione — cinematografica — uscita dalla cinepresa di Joss Whedon.
The Avengers
Tutt’altro che “improvvisata”, la storia dei vendicatori ha solide radici, piantate a partire dal primo film su Iron Man, in cui viene presentato uno misconosciuto Nick Fury — interpretato da Samuel L. Jackson — nella post-credit scene della pellicola. A questo seguirono l’incredibile Hulk, Iron Man 2, Thor e Capitan America, in ognuno dei quali il caro Nick e lo S.H.I.E.L.D. — la super-organizzazione governativa di cui è a capo — si è ricavato sempre più spazio, preparando il terreno per il “crossover” raccontato in The Avengers.
Il film inizia come punto di congiunzione tra le storie narrate in Thor e Capitan America: il Tesseract, un cubo luminescente dalle potenzialità illimitata, permette all’esiliato e psicologicamente instabile Loki di materializzarsi sulla Terra.
Spargendo “panico et distruzione”, il semi-dio norreno s’impadronisce del suddetto esaedro e minaccia di aprire un varco tra la Terra e le recondite profondità cosmiche dalle quali provengono i suoi alleati, i feroci Chitauri.
Conscio della possibile e prossima fine della Terra, Nick Fury decide di attivare il progetto “Avengers“, che consiste nel formare una coesa squadra d’intervento costituita dai più grandi eroi della Terra.
Ovviamente tra il dire e il fare c’è di mezzo… Hulk?
Si, e anche Iron Man e Capitan America, ai quali si aggiungono la sexy e letale Vedova Nera — Scarlett Johansson — e l’infallibile Occhio di Falco — Jeremy Renner; presente ma non invitato il semi-dio norreno dei fulmini — nonchè fratellastro di Loki — Thor.
Di carne al fuoco ce n’è tanta — qualcuno direbbe troppa — ma grazie ad una regia leggera e dinamica, la collaborazione tra i personaggi si trasforma in un irresistibile turbinio di cazzotti e gag perfettamente centellinato e mai ripetitivo.
Sempre ottima l’interpretazione di Downey Jr. nei panni del suo egocentrico Tony Stark (che qui brilla maggiormente rispetto all’ultima pellicola che lo ha visto protagonista), buona anche la prova dei due “Chris” Evans e Hemsworth — rispettivamente Cap e Thor — ai quali si aggiunge Renner per la prima volta nei panni di un super-eroe. Piacevolmente inaspettata l’interpretazione di Mark Ruffalo di un Hulk che spacca (per davvero) quando deve farlo, ma che non fa di questa l’unica ragione per portare il personaggio sullo schermo.
Menzione d’onore per le due damigelle di Hollywood Scarlett Johansson, nel ruolo dell’irrequieta “rossa ex-spia russa” Vedova Nera e Gwyneth Paltrow che da corpo — è il caso di dirlo — ad una Pepper Potts più sexy e seducente che mai.
Una vittoria “corale” tutt’altro che scontata, apprezzata — a buona ragione — da pubblico e critica come uno dei migliori (se non il miglior) film a tema super-eroistico prodotto fin’ora. Chapeau!
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